Libertà di importunare o libertà di fare i propri comodi.

« Nous défendons une liberté d’importuner, indispensable à la liberté sexuelle »

“Noi difendiamo la libertà di importunare, indispensabile alla libertà sessuale” (…) “siamo “abbastanza mature per ammettere che la pulsione sessuale è per sua natura offensiva e selvaggia, ma siamo anche sufficientemente accorte per non confondere il corteggiamento maldestro con l’aggressione sessuale. [..] La donna, oggi, può vigilare affinché il suo stipendio sia uguale a quello di un uomo, ma non sentirsi traumatizzata per tutta la vita se qualcuno le si struscia contro nella metropolitana”.
Queste alcune frasi estrapolate dalla lettera sottoscritta da 100 donne francesi.

La lettera sottoscritta da Catherine Deneuve é indifendibile e non accettabile perché legittima le molestie sessuali e vanifica anni di battaglie sui diritti civili.
Difendere la libertà d’importunare, significa fornire una inaccettabilegiustificazione a tutti quegli uomini che si arrogano il diritto di recare disturbo, di molestare, di dare fastidio ad una donna, limitandone la sfera personale e mortificando la giusta pretesa di non essere disturbate, molestate, infastidite.
È probabile che il mondo del jet set francese trovi normale ipotizzare che la pulsione sessuale nell’essere umano sia incontrollabile e che dunque sia “offensiva e selvaggia” e che abbattere le barriere culturali, scordare l’educazione e lasciarsi dominare dagli istinti sia accettabile e addirittura da difendere.

Non condannare lo “struscio” degli uomini sul tram o sulla metropolitana e non trovarlo schifoso, fa impressione ed è sufficiente averne avuta l’esperienza per capirne il disgusto che si prova.
La libertà sessuale non può essere confusa con la libertà di fare propri comodi senza il consenso del partner.
Legittimare le molestie sessuali è un fatto grave e riduce le donne a semplici oggetti del desiderio, senza tenere in alcun conto la loro volontà.

C’è chi ha interpretato la lettera delle 100 intellettuali francesi come la volontà di mettere a fuoco i rischi di un nuovo puritanesimo, di una caccia all’orco, di una sessuofobia che la campagna iniziata dalla denuncia delle donne molestate dal regista americano Weinstein, può generare.
Nella lettera, non c’è traccia di un elemento ricorrente nei casi di questi mesi, la sproporzione di potere fra l’uomo che compie le molestie e la donna che le subisce, che quasi sempre si trova in una posizione di inferiorità e di subordinazione.
C’è anche chi sostiene che i comportamenti molesti sono «difetti maschili», quindi inevitabilmente connaturati all’identità degli uomini.
Noi pensiamo che gli uomini non siano ad uno stadio evolutivo inferiore a quello delle donne ed incapaci quindi di frenare la “pulsione sessuale … offensiva e selvaggia”.
Crediamo invece che ci siano uomini che abusano del loro potere e, di contro, altri uomini, la stragrande maggioranza, che sappiano invece perfettamente individuare il confine esistente tra corteggiamento e molestia sessuale.
Un confine che non andrebbe mai superato in mancanza di un elemento fondamentale: il consenso tra le parti.

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