L’astensionismo

Oggi il Il primo schieramento politico è “l’astensionismo”!

L’art. 48 della Costituzione stabilisce che:
“Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico.”

Il voto è dunque un dovere civico e non un obbligo, ma questo non significa che l’astensione sia un comportamento coerente cn un organizzazione democratica della società.

Le motivazioni più forti, che spingono a non partecipare ai vari appuntamenti elettorali, risiedono nella sfiducia verso la politica e nella convinzione che il proprio voto non valga nulla.
In realtà il “non voto” rafforza lo “status quo” e quindi coloro che si astengono non fanno altro che confermare al potere proprio coloro verso cui nutrono sfiducia e delusione.

Verrebbe naturale pensare che a fronte di una grande disaffezione al voto, la prima preoccupazione dei partiti fosse quella di recuperare la folta platea di coloro che ritengono inutile votare.

In realtà viene da supporre che alla maggioranza dei partiti non importi granché di quanti elettori vadano a votare, l’importante è che la percentuale di voti conseguiti consenta di vincere o quasi !!!

Non si riesce ad interpretare diversamente la litigiosità continua dei partiti di centrosinistra e centrodestra, ma soprattutto il populismo e la demagogia imperante nei vari schieramenti politici.

Anche la legge elettorale varata recentemente manifesta la capacità caotica delle
forze presenti in Parlamento, che hanno approvato un “capolavoro”, se l’obiettivo era quello di garantire l’ingovernabilità.

In Italia, dopo tangentopoli degli anni ’90, stiamo assistendo ad un cambiamento continuo delle leggi elettorali.

Non è difficile ricordare il sistema elettorale elaborato dal centrodestra, il cosiddetto
“Porcellum”, il cui padre, Calderoli, con estrema onestà ammise che avevano approvato una legge elettorale che era una “Porcata”, finalizzata a non far vincere nessuno, giacché il centrodestra ipotizzava una sconfitta elettorale, come difatti avvenne.

Per non parlare poi dell’Italicum, una legge che ipotizzando la riscrittura della Costituzione e l’abolizione del Senato non ne previde alcuna norma per l’elezione e la bocciatura del Referendum confermativo, rese la legge monca e pasticciata.

Comunque entrambe le leggi vennero poi decapitate dalla Consulta e anche l’attuale legge elettorale non è escluso che qualche incoerenza costituzionale possa contenerla.

La maggior parte dei Paesi civili ed avanzati democraticamente ha un sistema elettorale stabile, i cui principi sono previsti in Costituzione e la garanzia della stabilità del sistema elettorale, è considerata cruciale per la credibilità dell’intero procedimento elettorale.

“Vi sono alcuni aspetti specifici che andrebbero garantiti e non cambiati a seconda delle convenienze, quali ad esempio:
-il sistema elettorale propriamente detto,
-la composizione delle commissioni elettorali
-la suddivisione delle delle circoscrizioni.
Questi tre elementi appaiono spesso determinanti per il risultato dello scrutinio ed è opportuno evitare, non solamente le mani per manipolazione in favore del partito al potere, ma anche le stesse apparenze di manipolazioni.”( A.Gratteri )

L’unica previsione costituzionale del nostro ordinamento, relativamente al sistema elettorale, è costituita dall’art.79 che testualmente recita:
“Il Senato della Repubblica è eletto a base regionale.”

Tale principio dovrebbe ispirare la legge elettorale e rendere governabile il nostro Paese, mentre invece i nostri legislatori, si sono impegnati a sfruttare tale previsione costituzionale per fare in modo che nessuno vinca.
Muoia Sansone con tutti i filistei!!

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